Ventimiglia Dèjà Vu

Mentre la Liguria e mezza Italia sono coinvolte in alluvioni e straripamenti, l’eternamente soleggiata Ventimiglia, forse più francese che italiana, si distingue anche a  fine novembre per giornate assolate e cieli azzurri.

20 gradi di giorno e 15 di notte, una vera oasi del bel tempo e  della natura incantevole, non a caso meta di villeggiatura invernale di zar russi e nobili europei sin dal 700.

Come un Dèjà vu, la stazione di Ventimiglia da dieci giorni è ritornata ad essere l’alloggio di alcuni tunisini, mentre la vita della gente di frontiera continua nonostante l’impasse touristique.

Maher, un giovane tunisino da aprile sul territorio italiano, ci racconta che nell’ultima settimana alcuni connazionali, rientrando in Francia dopo un breve soggiorno in Italia per il rinnovo dei documenti, sono stati fermati, identificati ed espulsi dalle autorità francesi di frontiera. Altri, per rinnovare il permesso di soggiorno per altri sei mesi presso le questure italiane, hanno lasciato il lavoro (in nero) e la Francia, sicuri di poter rientrare entro alcuni giorni.  Lui stesso, domenica scorsa, è stato arrestato sul treno in viaggio da Ventimiglia a Parigi, trattenuto per 4 ore e riaccompagnato dalle autorità al confine, senza spiegazioni se non che i documenti rilasciati dallo Stato Italiano a questi cittadini nordafricani non vengono riconosciuti dagli Stati Schengen.

Per le stesse ragioni e con le stesse modalità altri 3 dei migranti oggi alla stazione di Ventimiglia, nonostante da tempo vivessero a Nizza, sono stati fermati in territorio francese e deportati in Italia nel giro di qualche ora, senza poter avvisare le famiglie , né i datori di lavoro, come cittadini in possesso di documenti irregolari.

Sapevamo già tutti, da mesi, che quelli che avevano ottenuto il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie dallo Stato Italiano, avrebbero incontrato ben presto delle difficoltà a trattenersi sul territorio italiano ed ancor più su quello europeo e  delle tremende restrizioni per quel che riguarda la capacità di lavoro.

Queste favolose e coloratissime carte rigide, con tanto di ologrammi e fotografia, non permettono né di lavorare né di viaggiare, semmai a chi è più fortunato, permettono l’accesso a un centro di accoglienza.

La fabbrica dei clandestini è sempre al lavoro. Ufficialmente dall’Europa viene riconosciuto il diritto di migrare agli abitanti del nord Africa  a causa di una gravissima crisi economici e politica, che per qualche nostro politico forse sono cause decadute con l’esilio del dittatore Ben Ali. Come se in Tunisia la disoccupazione fosse stata risolta dalle ultime elezioni e come se tutti i Gap della democrazia fossero stati colmati in pochi giorni.

In Italia intanto, dietro la facciata dell’accoglienza misericordiosa e costosissima, si celano zero opportunità di vivere e lavorare come normali essere umani.

I  nostri vicini di casa continueranno a lasciare  le loro famiglie e abitudini, le loro terre e luoghi d’origine perché essere sfruttato in Tunisia significa guadagnare dai 50 ai 200 euro al mese, che indipendentemente dal differente costo della vita, sono insufficienti a costruirsi un futuro e studiare all’università è pressoché impossibile per un comunissimo studente medi.

Si potrebbero aprire moltissime discussioni sulle politiche di accoglienza ed integrazione attuate dal nostro governo, ma quello che viene più semplice fare, di fronte al disagio che i migranti si trovano ad affrontare sul territorio italiano ed europeo è sollevare un dissenso di fronte al disagio ed alla grande discriminazione che il sistema li porta ad affrontare.

Per questi uomini e ragazzi di nazionalità tunisina, che sono in Italia dal Marzo scorso,  non sono chiare le modalità da seguire  per essere dei normalissimi abitanti e lavoratori. Come liberarsi dall’incertezza, dai difetti burocratici, dalle forze dell’ordine che ci riportano all’epoca feudale, dai rimpatri forzati  dai CIE, dalle notti alla stazione e dalla Polizia che ti sequestra le poche coperte che qualche cittadino ti avevano regalato.

Nelle testate giornalistiche locali questi giorni dei migranti che pernottano a Ventimiglia vengono descritti con nessuna esattezza sui fatti e sui dati e messi sempre in relazione alla criminalità, come atti a discriminare e discreditare la popolazione tunisina che vive nel nostro paese e a giustificare la macchina dei rimpatri forzati e della detenzione nei CIE, senza esplicitare che criminalizzando la clandestinità, ogni cittadino solo perché sbarcato a Lampedusa è passibile di espulsione.

Rispetto a questi articoli

http://www.ponenteoggi.it/categorie/leggi-articolo/argomento/cronaca/articolo/ventimiglia-risse-tra-tunisini-in-stazione-il-problema-continua-e-aumenta.html#.TtNieErfZBY

http://ventimiglia.ponenteoggi.it/categorie/leggi-articolo/argomento/cronaca/articolo/ventimiglia-risse-tra-tunisini-in-stazione-il-problema-continua-e-aumenta.html#.TtNju0rfZBY

ho trovato una situazione completamente diversa in stazione, i giovani che si trovavano la erano fra i 15 e i 20, nessuno nelle 48 ore in cui mi trovavo la era ubriaco e soprattutto era tutti decisamente disperati, sull’orlo delle lacrime a causa della vita che conducono dal giorno che sono entrati in Italia la prima volta.

Se per qualcuno rientrare in Tunisia sembra la via più semplice, per altri la vergogna e la paura di rientrare in patria senza poter restituire il denaro prestato, non sempre da familiari o amici, è un deterrente tale da far preferire la vita fra la strada, la stazione ed un pasto in sacchetto della Caritas. Se per qualcuno di noi dormire in strada senza lavarsi è una caratteristica tipica dell’immigrato, nessuno dei tunisini che ho conosciuto in questi mesi ha mai vissuto in tale situazione al suo paese e mai si sarebbe aspettato di farlo in Europa.

Purtroppo sulle stampe liguri queste sono le notizie che circolano, strumentalizzando  la difficile situazione e diffamando un intero popolo per ottenere consensi fra la popolazione più nazionalista.  Essere uno straniero in Italia senza grossi capitali alle spalle, indipendentemente dal grado di educazione, è una delle condizioni più umilianti e difficili, in cui nonostante la dedizione al lavoro, alla famiglia e la ricerca continua della regolarizzazione legale della propria vita si può venire rinchiusi e deportati per difetti burocratici o amministrativi.

 

http://www.padania.org/padania/immigrazione/126049-fermati-tunisini-irregolari-tra-ventimiglia-e-sanremo.html

http://www.ponenteoggi.it/categorie/leggi-articolo/argomento/cronaca/articolo/ventimiglia-fermato-tunisino-infastidiva-clienti-di-un-bar.html#.TtNzdkrfZBY

http://www.riviera24.it/articoli/2011/11/22/122194/fermati-tunisini-irregolari-tra-ventimiglia-e-sanremo

Mafalda Quino

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