C’era una volta un giovane migrante, aitante e bello, in ottima salute e anche un pò militante, nato in Unione Europea.
Il giovane, per ragioni di guerra e politica internazionale di un decennio fa, si ritrova ad essere cittadino Croato, senza aver mai visto la Croazia che vuole trasferirsi in Italia.
Coraggioso e impavido, verrebbe da chiedersi o ambizioso e audace?
Essendo nato nella splendida terra degli Asburgo il giovane cittadino del mondo è sempre stato abituato a dipendere da un permesso di soggiorno valido a vita sul territorio nazionale ed un permesso di lavoro, invece da rinnovare ogni 5 anni ad un costo di 10 o 12 decine di euro.
Onesto no? Poco più di 20 euro all’anno per acquistare il suo diritto al lavoro in uno stato che gli ha dato il natale, che gli ha permesso di studiare e alla tua famiglia di stanziarsi, ma che in realtà non lo riconoscerà mai come proprio figlio o cittadino.
Certo che con un background da migrante è proprio da idealisti sognare una certa mobilità nella comunità europea, quella della bandiera blu con tutte le stelle che sventolano un futuro di integrazione e valori sociali, sugli sfondi bianchi dei cataloghi negli scaffali degli uffici di relazioni interculturale giovanili.
Diritto divino di nascita, su una di quelle stelle; questa è la democrazia che regola la mobilità giovanile in Europa.
Certo che il nostro baldo slavo poteva trovare una fanciulla tedesca o inglese invece che italiana, poteva accontentarsi di parlare quattro lingue invece che imparare la quinta.
Invece no, perché lui è il principe coraggioso, ardito e forte e segue la sua amata, cerca lavoro, si fa sfruttare in nero e poi vuole trovare il modo di essere un cittadino regolare in questo bel paese di integrazione col ministro degli interni leghista.
Sborsando di nuovo 17 decine di euro l’Austria gli rilascia un bel permesso di soggiorno a lungo periodo CE; ragione: FREIER ZUGANG ZUM ARBEITSMARKT.
Che ridere!! Esilaranti queste istituzioni che rilasciano certi tipo di documento! Libero accesso al mercato del lavoro, sarà uno scherzo, una cosa qualunque da scrivere su una bella targhetta colorata che fa sempre piacere portare nel portafoglio…a qualcosa servirà, prima o poi sicuro. Forse a tritare il sale…
Ma il giovane non si arrende e, sentito dire che qualcuno che desideri farti un contratto possa aiutare, trova lavoro in men che non si dica. Finalmente, lavoro legale e ben retribuito.
“Basta andare all’Ufficio immigrazione”, dice la questura, “e farsi rilasciare qualcosa che certifichi l’happy end”.
Ma come ogni storia che si rispetti ci vuole un colpo di scena. Deus ex machina.
Il giovane che voleva vivere sulla stella della bandiera blu assieme alla sua pulzella, deve prima di tutto imparare a giocare a ping pong se vuole vivere in Italia.
A pingo pong?? Eh si perché ora alla questura gli dicono che deve tornare alla Prefettura e farsi dare il Nulla Osta, anche se “non è certo il momento più giusto per lavorare in Italia” conclude il funzionario in servizio.
A cavallo delle sue scarpe da ginnastica il giovane torna alla Prefettura (e qui mi viene in mente quello delle storie tese quando diceva “terra dei cachi”) dove invece sostengono che non serve il Nulla Osta, perché il permesso di soggiorno CE c’è già e solo all’Ufficio Immigrazione possono sapere cosa fare.
⁃ Eccolo qui di nuovo, ancora sorridente e speranzoso, mentre scopre che innanzi tutto, imparate le basi del nuovo sport, gli serve una dichiarazione di presenza. Un foglio bianco scritto a penna dalla sua amata che auto-certifichi dove loro vivono. Forse questa funzionaria, cuore di mamma, ha pena le sorti del giovane slavo e decide di chiamare direttamente la Prefettura, pensando di scoprire di più attraverso il canale interno.
Alle volte è bello sentirsi aiutati, trovare qualcuno che ti dice “provo a fare qualcosa per te, visto che questo è il mio lavoro, la ragione per cui i cittadini di questo stato mi pagano lo stipendio”, invece di “non posso fare nulla, non c’è soluzione, torna al tuo paese se ce l’hai e non provare a sentirti senza nazione solo perché sei nato migrante”.
Un sospiro di sollievo, che si trasforma prima in una apnea, poi in un sussulto viscerale e alla fine in un contorcimento di emozioni e corpo.
Finalmente la sentenza della gentile funzionaria è indetta : anche se hai diritto di essere qui, di lavorare qui e vivere la vita che vuoi su questa stella, caro slavo, a seguito dei flussi di migrazione causati dalle primavere e rivoluzioni del Magreb il nostro amato ministro leghista ha bloccato, a tempo indeterminato, tutti i flussi di immigrazione straniera modificando il Testo Unico sull’immigrazione 286/98 con l’art.9 tre.
Ti prego ministro fa che i Visitors non rientrino in questa fascia, io che sono Italiana, voglio andare sulla nave madre.
Mafalda