Accoglienza migranti, la rete gestita dalla Protezione civile costa 700 milioni nel 2011

Viene finanziata con l’aumento delle accise sulla benzina. Oltre 22 mila i profughi ospitati con quote ripartite fra le Regioni. Emergenza prorogata di un altro anno. Pria: “Ripercussioni per i prossimi due anni”

 

ROMA – La rete di accoglienza straordinaria con le Regioni gestita attraverso la Protezione Civile con l’emergenza profughi dal Nord Africa costa per il 2011 un totale di 700 milioni di euro finanziati con il sistema dei fondi per le emergenze, vale a dire con l’aumento delle accise sui carburanti. Di questa cifra, 500 milioni sono già stati stanziati e il resto deve ancora arrivare. Sono i numeri forniti da Fabrizio Curcio, direttore generale per la Gestione delle emergenze alla Protezione Civile, nel corso del suo intervento alla presentazione del Rapporto annuale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) 2010 – 2011.

L’emergenza Nord Africa, inizialmente stabilita con decreto del presidente del Consiglio, l’ex premier Silvio Berlusconi, fino al 31 dicembre prossimo, è stata ulteriormente prorogata di un altro anno, fino al termine del 2012, da un altro decreto del 6 ottobre scorso. “Questo piano di accoglienza dei migranti con la Protezione Civile che nasce dall’intesa con gli enti locali, è indubbiamente un’accoglienza diversa dal sistema Sprar che è collaudato nel corso degli anni” afferma il prefetto Angela Pria, capo dipartimento per Le libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno. “Sono convinta che dobbiamo fare di più – continua – Il rapporto Caritas lo pone come una terza via rispetto a quelle che noi conoscevamo (Cara e Sprar, ndr.). Vista la proroga dell’emergenza a tutto il 2012 dobbiamo fare in modo di non essere impreparati, questo lo dico a proposito di una notazione fatta dal rapporto Caritas che immagina e prevede una ripercussione nel nostro Paese per i prossimi due anni”.

Non sono ancora disponibili i 9 milioni di euro previsti lo scorso 21 settembre per ampliare la ricettività dei posti Sprar. “Ne avremo la disponibilità all’inizio del 2012 – spiega Pria parlando delle risorse a disposizione – A seguito dei tagli, il mio dipartimento ha avuto un abbattimento di 90 milioni di euro, ma con una riprogrammazione del fondo europeo per i rifugiati, risorse straordinarie che l’Europa ci ha dato, abbiamo programmato un aiuto per le commissioni territoriali che esaminano le domande d’asilo e hanno bisogno di interpreti e mediatori culturali.Con i tempi lunghi, molti richiedenti abbandonano e non aspettano l’esito della commissione che si pronuncerà sulla loro richiesta. La conversione dei permessi di soggiorno umanitario è un’altra possibilità. Credo faremo di più, sempre che le risorse ci facciano andare avanti”.

Secondo il prefetto “bisogna inoltre monitorare perché ci sono tante fughe fra i minori, certo c’è la voglia di indipendenza che i giovani manifestano, molti arrivano già con una meta e numeri di cellulari da contattare, vogliono raggiungere parenti. Questo va benissimo purchè non vadano a finire nelle mani di organizzazioni criminali”.

Il piano di accoglienza per i migranti attuato con l’emergenza è “encomiabile” secondo Riccardo Clerici, responsabile progetto Praesidium, Unhcr. “Questo perché è stata data una risposta unitaria fra governo, ministeri, regioni e società civile- spiega – Con l’intervento di protezione civile c’è stata una svolta logistica per il trasferimento delle persone che arrivavano a Lampedusa. Sono stati accolti            oltre mille progetti in 900 comuni. Le proporzioni sono sette –otto volte le dimensioni dello Sprar che lavora da oltre dieci anni”. A fine luglio la Protezione civile ha creato un gruppo monitoraggio e assistenza (Gma) da cui emergono i problemi di questa rete di accoglienza. “C’è un’eterogeneità delle convenzioni regionali, è consigliabile un coordinamento nella fase di conversione delle convenzioni – continua Clerici – il monitoraggio dei soggetti attuatori deve essere rafforzato per l’effettivo godimento del diritto all’accoglienza per tutte le persone ospitate”. Questi i risultati del monitoraggio, riportati dal responsabile di Praesidium: “In più della metà dei casi, i servizi alla persona, come l’informativa legale, non sono erogati, c’è poi una fascia di progetti critici che abbiamo segnalato e una fascia legata allo Sprar di progetti virtuosi già proiettati all’integrazione”. Il piano ha dato accoglienza in breve tempo a un grosso numero di persone, buone prassi stanno nascendo sui territori, sono essenziali cabine di regia. (raffaella cosentino)

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